Celebriamo questa memoria volgendo lo sguardo a Maria, al suo nome. Intorno alla metà del XII secolo è attestata la devozione al nome di Maria. Giulio II (1513) concede la memoria liturgica per una diocesi della Spagna. lnnocenzo XI (1683) la estende a tutta la Chiesa, come segno di ringraziamento per la vittoria sui Turchi a Vienna. Oltre alle annotazioni storiche di questa celebrazione, ci sembra opportuno, fissando lo sguardo sul nome di Maria, capire il senso e il valore del nome. Se il cognome per noi indica l\'appartenenza a una famiglia, il nome indica la nostra identità, il nostro essere unici, irripetibili. Se poi prendiamo spunto dal contesto biblico, il valore del nome è estremamente significativo: indica la persona, la sua intimità, il segreto profondo, la missione, il disegno che Dio ha su quella persona. Lungi dall\'essere una designazione convenzionale, il nome per gli antichi esprime l\'essere di quella persona, la funzione, il suo essere nell\'universo. Dio porta a termine la creazione dando il nome alle creature: giorno, notte, cielo, terra, mare, designando ciascuno degli astri con il suo nome, poi incaricando Adamo di dare un nome a ognuno degli animali. Entriamo adesso nel mistero del nome di Maria: questo mistero diventa luce si dà come riflesso, anzi come fondamento, il nome di Gesù che significa «Dio salva» e Maria sta alla radice, o meglio ancora, è collegata al nome di Gesù, suo Figlio. Questa donna è tale perché è stata amata da Dio, perché è stata baciata da Dio. Ricordiamo sempre che la devozione a Maria costituisce un punto importante della nostra educazione spirituale. Dobbiamo tenere viva la fiamma della devozione a Maria, convinti che il culto mariano è collegato essenzialmente a quello di Cristo, da esso deriva e ad esso ci conduce.
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